Sanatorio sano

Non capitano spesso le giornate così: tutti a casa con tosse, dolori vari, chi con la febbre, chi con nausea, un vero sanatorio, eppure... Eppure tutti assieme a guardare film in tv, sgranocchiarsi pop corn appena fatti, chiacchierare, insomma stare volentieri in famiglia. Forse, per il fatto che sono giornate rare, sono ancora più gradevoli quando capitano e, forse, é importante sottolinearle e tenerle bene in mente. Fuori, freddo e grigio, dentro caldo e tutti i colori del mondo. Bello così: forse se fosse sempre in questo modo, si perderebbe il gusto della cosa speciale.

libero per annunci

Ci sono quei giorni che scorrono lisci senza particolari cose o fatti. Lavoro ma neanche tanto, casa idem e Mou pure. Sarà la sindrome da Sanremo, dove speri sempre che capiti qualcosa, per uscire dal piattume delle scalette made in Ariston e anche della controprogrammazione delle altre reti. L'unica salvezza é l'On Demand o mySky così puoi vedere qualcosa con un senso e non che fa senso.... Purtroppo Sanremo è come il governo, nessuno lo vuole, nessuno l'ha votato ma nessuno fa niente per non vederlo...

Poi il meteo ci si mette anche lui di buzzo buono per aiutare la sensazione di piattume: cielo grigio, uniforme, tanto da non realizzare che ora sia fin quando diventa scuro e l'umore si uniforma.

La caricatura è opera di Sister, pittore e per me grande maestro di televisione: è stato il papà biologico di Maurino Di Francesco, e professionalmente il mio e di tanti che hanno lavorato con lui, direttore di scena, come si usava dire in teatro, maestro di umanità e di lavoro...

caricaturafercdisister.jpg

.... potrebbe andar peggio....

… potrebbe piovere!

La citazione del mio film preferito è d’obbligo dopo una giornatina così… Si vuole che si parli di basket e televisione? Oggi posso raccontare quando ci sono le giornate no, sia per la partita che per chi la deve far vedere. Soggetto: Avellino vs Pistoia, sulla carta una bella partita. Due squadre motivatissime per diversi motivi: la prima viene da una striscia di diverse vittorie coincidenti con l’arrivo di sangue fresco, mentre l’altra già da diverse giornate in una posizione di classifica sicuramente migliore rispetto alle aspettative societarie e con la mente sgombra da velleità particolari. Unica pecca tre giocatori acciaccati in un roster già risicatissimo. E fin qui tutto bene. La partita si gioca a mezzogiorno della domenica, e qui cominciano i problemi, perché il Pala Del Mauro a est e a ovest ha dei luminosissimi finestroni non oscurabili. Non ci sarebbe nessun problema se la partita fosse vista solo da occhi umani: le difficoltà cominciano quando a “vedere” sono le telecamere. Saranno perfezionatissime, digitali, Hd e quant’altro, ma se hai luce diurna sommata a luce artificiale, cominciano ad avere qualcosa da dire e il controllo camere (la persona che ne controlla livelli e quant’altro) deve diventare una piovra per fare in modo che i giocatori non sembrino marziani ammalati di fegato. Ma anche questo è una difficoltà alla quale (purtroppo) nel campionato italiano siamo abituati: sono ancora pochi i palazzi “ciechi”, cioè senza finestre o comunque oscurabili con tende… Quando poi oltre alle difficoltà strutturali ci si mette anche una buona dose di sfortuna, con guasti tecnici a ridosso della diretta che vengono risolti ma che costringono a lavorar non certo in condizioni ottimali già c’è da preoccuparsi. Poi a tutto ciò si aggiunge l’impianto luci del palazzo che salta costringendo gli arbitri a sospendere l’incontro per quasi 10 minuti, a cosa si somma cosa e il Satellite salta, costringendo a rimediare in corsa per consentire a casa di vedere la partita… Se non fosse che il piazzale dove erano parcheggiati i vari mezzi tecnici, regia, gruppo elettrogeno e satellite non era particolarmente pulito, quando sono sceso dal camion regia, a mò di Santo Padre, avrei baciato la terra… Certo che in quasi trent’anni di regie sportive ne sono capitate di giornate diciamo “difficoltose”, per fortuna poche, però quelle rare volte che succedono, ti lasciano il segno.

Poi c’è sempre quello che ti chiede: “… ma come mai , cosa è successo…” Appunto: potrebbe piovere…!

L'Olimpiatifoso: il ritorno...

L'avevo detto (o scritto) che come il sito fercioni.com..pilation è un mix dei miei tre siti tre, anche il Blog è un Bi-Blog: a tema libero da un lato e Olimpiaorientato dall'altra. La rentrée ha portato fortuna: la partita decisiva per la qualifica alla fase successiva dell'Eurocup contro l'Alba Berlino è stata vinta d'autorità oltre a dare segnali d'insieme molto promettenti. Il rientro di Rakim Sanders, buttato nella mischia da Repesa è stato molto positivo: punti, energia, difesa anche se dosati per il ricupero fisico ancora non ottimale. Poi le certezze date dal nuovo leader della squadra, Kruno Simon che con un bel 31 di valutazione 28 punti, di cui molti segnati nelle fasi più delicate della partita. Kalnietis meno in spolvero ma comunque importante nella gestione della squadra. Gli omoni sono in attesa del consistente aiuto che arriverà da Batista, un Mason Rocca in versione sua custodia e cattivo (agonisticamente) il doppio. Ovvio che in tutto questo Alessandro Gentile dovrà dimostrare anche la sua maturazione adeguandosi alle nuove rotazioni e alla rinnovata fiducia acquisita dalla squadra in questo periodo... Riposino fino al 10 contro Caserta con l'allenamento a Salonicco contro l'Aris, dove Repesa probabilmente darà spazio ai nuovi per inserirli nei meccanismi di squadra. Si avvicinano gli 80 anni 80 con relative celebrazioni...

Canicola

Canizie, caldo cane, canicola, freddo cane, cannone (no, questo no...)... Chissà perchè sono coinvolti nelle accezioni esagerate dei termini i nostri migliori amici. Ma in realtà questo è un gancio, un collegamento per parlare di quanto possono essere importanti nella vita di una persona queste creature. Io ho vissuto la mia vita a blocchi con e senza di loro e se quando erano presenti, sicuramente rendevano anche più impegnativa la vita perchè dipendono da noi in tutto e per tutto, come degli eterni (magari) bambini, quando non c'erano la vita era più triste, povera, chiusa ed egoista. Perchè loro ti costringono ad essere veri: sentono puzza di finzione lontano un miglio. E come sentono lontani chilometri il rumore più flebile e l'odorino più volatile, sentono la falsità, la cattiveria, l'antipatia come peraltro capiscono subito l'amicizia, la simpatia e l'affetto... e si regolano di conseguenza. Quando capita che il vostro cane si fissa su qualcuno che si sta avvicinando è perchè gli sta facendo la sua personale radiografia, gesti, postura, espressione, odori, e poi si regola. Fidatevi sempre del giudizio del vostro cane, lui non si fa fregare. Ho divagato. Fino a undici anni, nonostante avessi la fortuna di essere un bambino più che benestante, la cosa che desideravo di più e per la quale sfinivo i miei genitori quotidianamente era proprio avere un cane. Mio fratello, dieci anni più di me, con tutto il bene che gli volevo e gli voglio era ed è di un'altra generazione, io ero l'unico bambino del mio palazzo. Fantasia da vendere, leggevo, giocavo da solo, facevo chilometri in bicicletta e a piedi in Milano, ma mi mancava un compagno di giochi reale, che mi costringesse ad interagire, a fare, ad occuparmi di lui. Ed arrivò Penny una purissima Foxugio (o SegTerrier). Dolcissima cucciola dalle fattezze di segugio in tutto e per tutto ma della taglia del padre, intraprendente fox terrier. Amica se ce n'è mai stata una,  per dodici anni la terza figlia femmina della famiglia. Mia mamma era sua mamma: bastava che ci fosse lei ed era contenta. Al punto che negli ultimi cinque anni, quando mia madre si faceva per lavoro migliaia di chilometri in macchina per l'Italia, lei era sempre insieme. L'automobile, se c'era mamma, era casa sua e le andava bene così. E' persino morta così, povera cucciola, vicino a Palmanova e mia mamma l'ha sepolta vicino al Sacrario di Redipuglia, piccola eroina del quotidiano vicino ad altri eroi. Datemi pure del illuso o chissa cos'altro, ma io penso che se c'è un aldilà per noi, c'è anche e sopratutto per loro. Altra divagazione con groppo in gola... Poi è arrivata Tea, rigorosamente meticcia tra un Pastore Belga (la mamma) e non si sa che cosa (però di pelo chiaro) il papà. Qui parte il mio senso di colpa. Perchè Tea capita nel periodo in cui, morto da poco mio papà , mamma impegnata a tirare la carretta e mio fratello al lavoro, la casa era molto sguarnita. Io ventiquattrenne che lavoravo nelle prime radio e televisioni private ed in piena tempesta ormonale, ero poco presente e Tea, da sola in casa, difendeva il territorio: faceva il suo mestiere. Vicina di pianerottolo una persona che "faceva la parrucchiera" in casa con relativo via vai. E con relativo abbaiare di questa povera cagnolona. Cominciarono ad arrivare neanche tanto velate minacce ed io (ancora adesso mi do del cretino) andai nel panico,con la paura di trovarmela avvelenata o chissà che altro. Tea diventò un cane per ciechi. La portai al centro di Limbiate, dove si addestrano i cani per i non vedenti e feci la cosa più vigliacca che un padrone di cane può fare, la lasciai lì. Non so come riuscii a non schiantarmi andando via in macchina, piangevo come un bambino. Sapevo che sarebbe andata ad un ragazzino non vedente di Castelli Calepio nella bergamasca, ma mi sentivo l'essere più schifoso del mondo e ancora adesso la considero una macchia scura nella mia coscienza... Poi arrivò un periodo, un lungo periodo, in cui matrimonio e nascita di mia figlia riempirono meravigliosamente l'esistenza. Com'è facile immaginare, tra il lavoro di entrambi e la scuola di Martina, diventa impossibile e ingiusta l'eventuale presenza di un cane, per quanto desiderata da tutti, sarebbe stato un altra Tea, abbandonata in casa, il modo più sbagliato di crescere un cane. E poi? Poi quattro anni fa, figlia universitaria senza obbligo di frequenza, io con orari più gestibile e moglie con un ufficio più vicino ci palesiamo al canile ENPA di Monza e ne usciamo con un nasone rosa, delle zampe chilometriche che spuntavano fuori da un cappottino di fortuna per ripararlo dal freddo e la neve che era caduta sino al giorno prima e Mou entrava ( e rimane tuttora) nella nostra casa. Premessa: un pò per lavoro e un pò per le amicizie che erano e sono altrove, non avevo fatto nei miei 25 anni di permanenza a Villasanta, molte amicizie. Da quando c'è Mou, conosco più persone di quante ne conosca mia moglie, nata e vissuta qui. E' vero che li conosco come i padroni (preferisco amici) di Kira, Cesare, Sheila, Otto, Tigro e via elencando, ma poi molti sono diventati amici a tutti gli effetti. (continua...)

schermata2016-01-31alle15.26.59.png

FerciBlog...

Ricominciare dopo una lunghissima pausa e altrettanto lunga ricostruzione di tre siti e due blog in uno, non è semplice anche perchè sarebbe logico aspettarsi qualcosa di particolare,  magari eclatante o comunque che colpisca chi legge. La cosa è complicata ulteriormente dalla bivalenza dei due blog: uno mirato sul argomento basket e in particolare sull'Olimpia Milano e annessi. Mentre l'altro spazia su tutto quello che passa per la testa e per la vita: dal mio lavoro alle mie emozioni, opinioni, idee e tutto quello che miruota attorno...Per chi è passato di qui per caso consiglio di leggere "curricula ridicula"sul sito, rende l'idea su quello che faccio. Per quello che sono ci vuole un pò di più.... Magari buttando un occhio su "fercioni.it"per la storia passata e su "L'Olimpiatifoso"per il basket.... Per il resto post a manetta!

f028bad1c11446f2b5325e80017ac443.png