Giancarlo Fercioni... casa ...

13 Gennaio 1956: chi è di Milano ed è datato a sufficienza ricorda che in quei giorni le strade meneghine erano parecchio imbiancate da una delle grandi nevicate padane. La data, con poche ore di anticipo segnava dieci anni esatti dalla nascita di mio fratello maggiore .In pratica sono stato il suo regalo per il decimo compleanno... Nasco nella stessa clinica, grazie alla stessa levatrice, a due passi da Sant'Ambrogio, alla S.Giuseppe di fronte al Museo della Scienza e della Tecnica. Di otto mesi, quindi incubatrice e preoccupazione sulle condizioni dei miei occhi che non avessero avuto la stessa patologia di mio fratello. Fortunatamente solo miopia scolastica dovuta soprattutto al fatto che dai quattro anni in poi ho cominciato a leggere qualsiasi cosa, comprese le istruzioni degli elettrodomestici, i bugiardini delle medicine e i dizionari parola per parola. Una delle cause era che nella casa dove abitavo ero l'unico bambino e qualcosa dovevo pure inventarmi. Chiaramente un sovraccarico così agli occhi mi ha costretto dagli otto anni in poi a inforcare occhiali che riuscivo a rompere giocando a pallacanestro. Allora i Gogglers non esistevano: elastico da bicicletta sulle stanghette e via... Comincio le elementari , essendo nato di Gennaio, un anno prima in via Spiga, anche se in realtà si entrava da via S.Spirito, in quello che ora viene chiamato "triangolo della moda". Appena c'era una vacanza appena più lunga del fine settimana noi nipoti migravamo a Viareggio, da qui il fatto che pur essendo 1/3 milanese, 1/3 bolognese e 1/3 toscano, quest'ultima fetta sembra ancora adesso più consistente. Cresciuto in un ambiente creativo, tra il nonno e zii creatori di moda, zii acquisiti pittori e caricaturisti, papà scrittore frustrato dal doversi occupare di amministrazione e simili, L'Atelier frequentato da attrici, cantanti liriche, personaggi dello spettacolo e vipperia varia, sono stato contagiato... Disegno discretamente, spreco tonnellate di cancelleria varia. I miei sapevano che per essere sicuri di farmi un regalo gradito, se andavano sugli articoli da disegno, non avrebbero sbagliato. Medie al Conservatorio, anche se la prima "prima" media l'ho fatta al Parini, dove ho perso il mio primo anno scolastico, studiando tedesco (avevo chiesto inglese), disegnando griglie a china col tiralinee (io volevo disegnare figurativo e comunque tutt'altro), facendo ginnastica a corpo libero (io volevo giocare a basket)... Al Conservatorio ho scoperto la bellezza della musica, l'importanza delle ragazzine e del mondo che finora non avevo conosciuto. Erano gli anni a cavallo tra i '60 e i'70: un'altra cosa che ci coinvolgeva allora era la politica, allora fermamente radicata alle varie ideologie, non come ora dove destra e sinistra non hanno più nessun senso. All'inizio era legata alla dialettica e se c'era qualche contrasto si risolveva in modo "rustico" e finiva lì. Gli anni successivi la violenza prese il posto delle discussioni e divenne distruttiva, abbinata con i miei "anni della stupidera" non sono un periodo che ricordo volentieri. Un giorno si e l'altro pure, uscendo di casa trovavi manifestazioni che trascendevano in scontri con feriti e a volte morti. Ragazzi come noi, il più delle volte strumentalizzati dalle varie parti politiche  e che credevano in quello che stavano facendo. Se potessero vedere come siamo messi adesso... A metà delle scuole superiori (Liceo Scientifico) l'Atelier Fercioni è costretto a chiudere e noi ci trasferiamo dal centro di Milano nell'hinterland milanese. Un vero dalle stelle alle stalle, non con i soldi alle Cayman ma, per fortuna, con l'aiuto degli amici che ci regalano i nostri mobili ricuperati alle aste fallimentari almeno per arredare casa. Cambio città e anche scuola, risultato: nuovi amici, atmosfera politicamente molto più soft, e qui comincia contemporaneamente la mia vita lavorativa...