15/7/14, 17:57 BRASATO IN BRASILE: THE END
E' finita anche questa avventura, perchè tale è stata. Come tutte le cose che ti portano fuori dalla routine quotidiana ( e a volte te la fan rimpiangere), se vissute nel modo giusto, si trasformano in avventura. Anche se apparentemente siamo passati dalla normale normalità di Rogoredo all'anormale routine Brasileira, il fatto stesso che, uscendo dai metal detector dell'IBC (dove controllavano quello che portavi dentro ma non quello che usciva) , vedevi i vari "morros" che disegnano i contorni della città, il vecchio tracciato di Jacarepaguà, la laguna vicina, l'inevitabile favela altrettanto vicina, i poliziotti in ogni dove, ti rendevi conto della dimensione e dove ti trovavi. Poi giravi l'angolo e cominciavano i contrasti: case normali, art decò, palazzi di 15-20 piani a grappoli, alcuni storti e disabitati per fortuna... Altro angolo e cominciava quel lego inquietante e affascinante di case (?) che compone le favelas, che trovi in ogni angolo della città. Ci sarà un motivo se di Rio si sanno "mas o menos" gli abitanti: 6 milioni la città e si pensa oltre 12 nell'area paraurbana... Non so se poi la relativa tranquillità della permanenza in città sia stata favorita dal patto di ferro tra le autorità ed i boss delle favelas o semplicemente dall'attenzione che noi italiani, già abituati ad una microcriminalità diffusa, portiamo quando siamo all'estero, chi lo sa... Fatto sta che a parte i tentativi un po ingenui di addebito da parte dell'hotel di extras inesistenti, confutati immediatamente, non è capitato quasi nulla. Mi porto nel cuore un paese (sarebbe più giusto dire una città visto che non sono uscito da Rio), che ha come must la solarità e la gentilezza di tutti, che mi auguro possa scrollarsi di dosso i mille problemi e contrasti che lo attanagliano. Un paese che potrebbe essere forse il più ricco del mondo e proprio per questo viene sfruttato dagli altri, impedendone una crescita vera... Caro Brasile, cara Rio, mi mancherà la tua anima. Non il tuo traffico.