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Vedi a fare lo spettatore regolare…

E'un ulteriore citazione dello strange day vissuto il 6 marzo 2016...

Un commento più autoreferenziale del solito, nel quale più che il regista viene fuori l’appassionato di basket e anche un po’ il tifoso. Domenica 6 marzo, tante partite: Sky produce la combattuta Avellino vs Cantù e la Rai quella che sulla carta è la scontata EA7 contro Manital Torino. Ma quest’ultima partita ha una particolarità, quella che in questa data cade l’ottantesimo anniversario della fondazione dell’Olimpia Milano con relativi festeggiamenti. Al Forum viene aperto lo store ufficiale della squadra, risorge (tecnologicamente e di fatto) il cubo con mega screen al centro del campo. Nota: a me dopo la finale della Coppa Italia era scarrucolato fino ad un metro da terra rischiando di colpire dei nostri tecnici che dovevano smontare una telecamera montata sulla struttura… Durante l’intervallo, raddoppiato in durata per l’occasione, Dan Peterson, presenta i giocatori che hanno fatto la storia della squadra, con qualche dimenticanza, non si sa per quale motivo. E’ vero che in testa alla diretta della Rai ad introdurre il tutto c’è stata una clip di Mike D’Antoni, lui assente. Poi non è stato citato il vero autore dello scudetto ’96, Dejan Bodiroga così come il bimbo prodigio Danilo Gallinari, presente nelle foto sullo sfondo fuori fuoco dietro il padre Vittorio, durante la sua intervista. E’ anche vero che citare tutti i fenomeni che hanno accompagnato la storia di questa società ci sarebbe voluto un intervallo di due ore e mezzo, altro che 30 minuti, però con un po’ d’attenzione si sarebbe potuto colmare i vuoti. Il prodotto è stato buono, anche se uno dei microfoni in scena ha toppato costringendo a dei passaggi di mano che hanno rallentato gli scambi di battute tra i protagonisti. Comunque occhi lucidi anche a casa oltre che per i dodicimila presenti. Il perché del titolo? Semplicemente perché questa volta avevo comprato online il biglietto per la partita. Volevo vivere la giornata da tifoso e non da addetto ai lavori, dagli spalti come quando ragazzino facevo la fila in via Caltanissetta o alla Libreria dello Sport o in uno dei pochi punti di prevendita dei biglietti di quel periodo. Scooter per non avere problemi di parcheggio, freddo grazie alla perturbazione con vento da paura di questi giorni. Apre la biglietteria del settore dove ho comprato il biglietto e… non c’è, mobilito il responsabile delle biglietterie e… non c’è. Quindi, amaro in bocca e freddo nelle ossa riprendo lo scooter, torno a casa e per l’ennesima volta, mi vedo la diretta in tv. Bella partita (televisivamente parlando), un po’ meno sul campo, con il “vissero felici e contenti” dopo l’overtime …

Bipolare

Un pò per sovraccarico di lavoro, un pò per noia e per perdita di spettacolarità, negli ultimi anni non riuscivo più a digerire il calcio. Troppo fumo e poco arrosto, troppi soldi e quindi troppi avvoltoi a girarci attorno e la falsa convinzione (solo italiana peraltro) di essere lo sport universale, il più guardato, ammirato e importante del mondo. Per fortuna che non è così. Diciamo che le aziende e la pubblicità/soldi che da esse scaturisce, spinge in questa falsa direzione. Per fortuna che ogni tanto ci sono partite che non sprofondano nella noia e ti riconciliano con questo sport, tipo la semifinale di Coppa Italia Inter-Juve, dove una squadra apparentemente condannata dal 3 a 0 dell'andata viene quasi a ribaltare la qualificazione tramite una prestazione straordinaria. Evento sfiorato per pochi dettagli e centimetri, ma che non lascia l'amaro che normalmente queste sconfitte danno. In compenso, quasi contemporaneamente, con una formula quasi anteguerra per la pallacanestro con incontri di andata e ritorno, si gioca al Forum di Assago la seconda partita tra EA7 e i turchi del Banvit. Partita che, come succede spesso con Milano, comincia coi padroni di casa con freno a mano tirato e gli avversari che sembrano i Golden State Warriors.  Tutto questo intuìto più che visto, data l'inguardabilità del prodotto televisivo messo in onda da Sportitalia, dove probabilmente regista, tecnici e tifosi interisti dovevano essere altrove, perchè quelli presenti dovevano essere distratti. Normalmente non mi permetto da addetto ai lavori di parlare male di colleghi perchè so che il problema è sempre dietro l'angolo. Il problema, non la totalità del prodotto... Dove voglio arrivare con questa nota? Che una partita di calcio, per una volta, mi ha coinvolto quasi più di una di basket e che quest'ultima è riuscita, grazie ad un maltrattamento degno della Rai anni '70 quasi a non farmela guardare.... Se non fosse stata la mia squadra del cuore, avrei abbandonato il canale, limitandomi alle statistiche on line...