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...UN RECORD?

Per essere un blog attivo, è sicuramente un record: quattro mesi e mezzo senza scrivere una riga che sia una... Nel frattempo son successe cose, tante. Nel campionato di basket Milano "la favorita", ha giocato come l'oratorio qui davanti e si è fatta buttare fuori da una splendida e tignosissima Trento. Poi la finale è stata giocata tra Venezia e la stessa Trento spossata da rotazioni minime e infortuni a manetta  e ovviamente vinta , non così semplicemente peraltro, dalla Reyer. Televisivamente abbiamo prodotto fino ai quarti di finale e integrato il segnale Rai nelle fasi successive. Integrare è una parola grossissima: avremmo dovuto produrla ex novo... La Rai ha lasciato la pistola carica in mano ad un bambino, con esiti spesso devastanti. Ma la fase successiva è stata ancora peggiore, visto che la Lega basket invece di dire "...così non si fa..." ha rinnovato il triennale dei diritti in chiaro alla tv di stato, e, purtroppo (bravi loro) ad Eurosport quelli satellitari in pay. Il lato positivo è stato che abbiamo prodotto le finali di A2 tra Trieste e la Virtus ed è stato divertente, perchè per la prima volta nella serie minore c'erano più squadre di rango che nella serie A.

Bipolare o Biargomentare?

 Tengo buono solo il titolo che risale a dieci giorni fa, perchè il contenuto del blog rimane lo stesso: due temi e due umori differenti nel affrontarli. Il lavoro, la vita, le cose che succedono e la squadra del cuore che sempre pià spesso il cuore te lo frantuma. La vita che si alterna in serenità familiare (per fortuna), anche se la nuova generazione si arrangia nonostante il 110 e lode della sua laurea con lavoretti che nulla hanno a che fare con studi e capacità, e incazzature lavorative, dove il modernismo e giovanilismo imperante fanno più danni della grandine e di Renzi, vendendo per novità vecchie idee rimpannucciate, il tutto avvallato da vecchi dirigenti troppo spaventati dal sembrare poco "trendy"e quindi sostituibili...  Si avvicina Natale, il mio sessantesimo, moltissimi felici, parecchi malinconici, pochi molto tristi e quasi tutti con lo spirito giusto, quello che riunifica sia le persone che i loro ricordi. Da quelli vissuti tutti insieme nell'Atelier, con nonni, zii, cugini, oltre a mamma e papà e fratellone. Le tavolate chilometriche nel salone dove normalmente sfilavano le mannequin annunciate al microfono dalla voce da doppiatore di mio padre; salone che brillava per le decorazioni illuminate dai lampadari a gocce in cristallo e dalle luci dell'albero di natale messo vicino al grande camino. Tutti i pacchetti e pacchettini che campeggiavano a mucchi e mucchietti per ciascuno della famiglia. Poi il Natale del '61 dove noi nipoti aprimmo i regali del nonno, che se n'era andato serenamente nel sonno la notte prima. Io avevo solo cinque anni e la comprensione della cosa non mi era molto chiara, mentre mio fratello e i miei cugini Maurizio e Luca la vissero malissimo. Gli anni successivi, fino alla chiusura dell'Atelier avvenuta nel '73, la tradizione continuò, magari in modo meno fastoso, ma continuò. Poi ci furono, come già scritto, a volte feste felici, a volte meno, ma sempre vissute nel calore della famiglia... Di sicuro una ventata di calore in più dal Natale del '90, quando mi venne recapitato un regalo in anticipo di cinque mesi sul Natale di quell'anno: mia figlia Martina... E da allora tanti motivi in più per rinverdire le tradizioni. Dal punto di vista dell'Olimpiatifoso, non dovrei lamentarmi più di tanto. Milano stravince in campionato e galleggia in Europa. Però non mi convince, questo è il problema. Se devo essere completamente sincero preferivo le vittorie di quando eravamo meno ricchi, quando si vinceva di carattere e di voglia e non perchè tutte le grandi avversarie sono calate clamorosamente di qualità o addirittura retrocesse se non scomparse... Avere una squadra che attacca magnificamente, ma che non gioca di squadra, e difende quando si ricorda, cioè poco spesso, non mi diverte. Sarà che sono cresciuto vedendo le sportellate di Art Kenney con Dino Meneghin, ho proseguito con la banda bassotti del primo Dan Peterson, per poi vedere i gomiti di Gallinari (Vittorio) mulinare in aria e non e la cattiveria (agonistica) di D'Antoni, Meneghin, Premier, McAdoo e l'allora bambino prodigio Ricky Pittis...Quindi vedere una Milano che riempie come non ha mai fatto i palasport ma che non riesce a colmare i cuori di vecchi tifosi, mi lascia perplesso. Certo, il detto: Piùtost che gnent l'è mej piùtost, regge comunque, però riempie il bicchiere a metà. L'altra metà latita...

vediamo se un settimanale mi riesce...

Facciamo un mix dei due temi del blog, quello personale e quello dell'Olimpia.  Dopo un mese di medicine per la gotta i valori non si sono spostati di un ghello (lombardismo...). Il medico comincia ad avere dubbi sulla validità del laboratorio e anch'io. Ho mangiato come un frate trappista: zero carne rossa, quasi zero affettati, niente birra niente, poco formaggio, la metà delle bevande gasate che bevevo prima, pasta senza sughi elaborati, tante verdure e frutta, tanta acqua... e allora? Altro giro di un mese dei pastiglioni e prossime analisi da un'altra parte. Poi vediamo... Intanto Milano, la mia, quella del basket, bene in Campionato, e ci mancherebbe altro, e in linea di galleggiamento in Euroleague. Giusto per scrivere qualcosa sui giornali del settore, si torna a sfrugugliare in casa Gentile, figlio e padre. Lasciare in pace è un'espressione sconosciuta a chi scrive abituamente della moglie di Totti e della trombata di De Boer e che deve riempire righe un tanto al chilo... Piuttosto mettete foto più grandi, così i tifosi sono doppiamente contenti: foto grande e meno menate...

GIORNO DI PAGA

Se facciamo un anno si e uno no, mi va anche bene: se poi vogliamo fare anche un anno via l'altro per qualche volta pure... 27 scudetto e nessuno rubato... Per l'ennesima volta vissuto davanti alla televisione: quello scorso a Copacabana in uno studio televisivo insieme a due sportivi (e tifosi) D.o.c , lo zio Bergomi e Federico Buffa, ospiti in studio per motivi calcistici ma spettatori di gara 6 e 7 durante la messa in onda delle partite di calcio. Quest'anno per l'alternanza con la mia collega Cettina Mammoliti, il caso ha voluto che non fossi lì a Reggio. Meglio. Stando in camion regia non me la sarei goduta. L'unico dispiacere è che il pallone che mi ero preparato da far firmare dalla squadra rimarrà nuovo e intonso... In ogni caso devo dire che tutte le avversarie che Milano si è trovata ad affrontare mi sono piaciute molto, bei gruppi, ben allenati, con carattere e con tifoserie toste ma ragionevolmente corrette... Tutto molto bello. Ora, preolimpico e basket mercato, con la speranza che la squadra non venga smontata di nuovo...

Aspettando l'autolavaggio a mano...

Cosa ci sarà di strano o d'interessante? Appunto: nulla tranne la durata... Mi sono fatto la barba prima di uscire di casa e ho già la crescita... Bravi, bravissimi e molto rigorosi. Diciamo che in fretta e bene, dicevano i saggi, non vanno insieme. Ok . Però un pochino più veloci...a lavare... Un po' come Milano questa settimana: basket e calcio con gli stessi problemi. Tutti pensieri formulati durante questa eterna attesa: così come le maledette piattaforme, chi le sfrutta e sfrutta la gente... Intanto è uscita dal tunnel e la mia auto viene assaltata da un plotone di addetti che stanno per scoprire che una macchina può essere foderata di pelo (misto cane e gatto) oltre che del normale sporco da viaggio... Intanto leggo Facebook, e la macchina è letteralmente esplosa: tutto quello che era dentro è fuori e lo stanno pulendo... Ho visto anche qualche sguardo d'odio di chi doveva rimuovere il pelame, ma tant'è. Poi mi chiamano e "solo" 50' dopo mi riconsegnano la macchina... Che intanto per la sosta si era giá ricoperta di polvere...

TUTTO BELLO MA...

Ultimamente i miei tentativi di fare lo spettatore pagante o quasi, o comunque svincolato dalla definizione di "addetto ai lavori" erano andate malino, per un motivo o l'altro. Questa volta, con un buon biglietto arrivato all'ultimo momento, ce l'ho fatta. Anzi: ce l'abbiamo fatta, perchè come quando eravamo giovani giovani, sono riuscito a portarmi dietro Nadia, mia moglie. Un tempo andavamo ancora al palazzone di via Tesio, quello crollato durante la famosa nevicata dell'85, mi pare il 16 o il 17 gennaio. Per intenderci, quello che aveva all'interno un velodromo al coperto e che costringeva chi non poteva spendere tante lire allora in posti di tribuna o parterre a vedere la partita da lontanissimo. Cioè nel nostro caso, molto spesso, perchè i soldi non erano così abbondanti. Era la Milano vincitutto di D'Antoni, Meneghin e soci, quella del Grande Slam, quella autrice di tante imprese sportive del periodo. Oggi Milano è come la televisione di questi tempi: molto ben confezionata, un'immagine accattivante, tante attività collaterali, insomma ben infiocchettata, ma spesso il palinsesto è ondivago: Andiamo da grandi spettacoli da prime time a repliche di cose già viste, con performances rivedibili. Purtroppo come ieri. Trento ha giocato bene. Noi no. Ha meritato il passaggio alla fase successiva. Noi neanche lontanamente. Come accadeva all'inizio della stagione in corso: gli altri sembrano Golden State e noi l'ultima franchigia di turno vittima sacrificale. Così la serata, vissuta per la compagnia in modo molto piacevole, per il finale molto meno, e la vigilia di Pasqua ci troviamo contro quella che tutti dicono la probabile rivale finalista da Playoff: Reggio Emilia. Per fortuna che non me la vedrò, perchè sarò a dirigere le riprese di questa Trento che ci ha meritatamente bastonato in Eurocup.  

Vabbé che mi sono simpatici....

Mi piace la cittá, mi è simpatica la squadra e Buscaglia è bravissimo, però non si può sbagliare proprio la partita contro Trento... È vero che Peppepoeta ha fatto tutto quello che nel resto della stagione non gli era riuscito e che viceversa, per congiunzione astrale, Tuttamilano esclusi Kalnietis e Pocoaltro stavano raccogliendo i finferli nei pascoli vicini al palazzo e che il Krunodellago era ancora alle prese con la tachipirina, però.... Adesso la squadra ha modo di avvicinarsi a quella vincitutto di decenni fa con una rimonta storica, che non sará il trentunello dell'Aris Salonicco ma anche dieci pochini non sono. Adesso, al di lá degli acciacchi, facciamoci venire una bella orchite e tiriamole fuori settimana prossima, quando saranno obbligatorie.

Vedi a fare lo spettatore regolare…

E'un ulteriore citazione dello strange day vissuto il 6 marzo 2016...

Un commento più autoreferenziale del solito, nel quale più che il regista viene fuori l’appassionato di basket e anche un po’ il tifoso. Domenica 6 marzo, tante partite: Sky produce la combattuta Avellino vs Cantù e la Rai quella che sulla carta è la scontata EA7 contro Manital Torino. Ma quest’ultima partita ha una particolarità, quella che in questa data cade l’ottantesimo anniversario della fondazione dell’Olimpia Milano con relativi festeggiamenti. Al Forum viene aperto lo store ufficiale della squadra, risorge (tecnologicamente e di fatto) il cubo con mega screen al centro del campo. Nota: a me dopo la finale della Coppa Italia era scarrucolato fino ad un metro da terra rischiando di colpire dei nostri tecnici che dovevano smontare una telecamera montata sulla struttura… Durante l’intervallo, raddoppiato in durata per l’occasione, Dan Peterson, presenta i giocatori che hanno fatto la storia della squadra, con qualche dimenticanza, non si sa per quale motivo. E’ vero che in testa alla diretta della Rai ad introdurre il tutto c’è stata una clip di Mike D’Antoni, lui assente. Poi non è stato citato il vero autore dello scudetto ’96, Dejan Bodiroga così come il bimbo prodigio Danilo Gallinari, presente nelle foto sullo sfondo fuori fuoco dietro il padre Vittorio, durante la sua intervista. E’ anche vero che citare tutti i fenomeni che hanno accompagnato la storia di questa società ci sarebbe voluto un intervallo di due ore e mezzo, altro che 30 minuti, però con un po’ d’attenzione si sarebbe potuto colmare i vuoti. Il prodotto è stato buono, anche se uno dei microfoni in scena ha toppato costringendo a dei passaggi di mano che hanno rallentato gli scambi di battute tra i protagonisti. Comunque occhi lucidi anche a casa oltre che per i dodicimila presenti. Il perché del titolo? Semplicemente perché questa volta avevo comprato online il biglietto per la partita. Volevo vivere la giornata da tifoso e non da addetto ai lavori, dagli spalti come quando ragazzino facevo la fila in via Caltanissetta o alla Libreria dello Sport o in uno dei pochi punti di prevendita dei biglietti di quel periodo. Scooter per non avere problemi di parcheggio, freddo grazie alla perturbazione con vento da paura di questi giorni. Apre la biglietteria del settore dove ho comprato il biglietto e… non c’è, mobilito il responsabile delle biglietterie e… non c’è. Quindi, amaro in bocca e freddo nelle ossa riprendo lo scooter, torno a casa e per l’ennesima volta, mi vedo la diretta in tv. Bella partita (televisivamente parlando), un po’ meno sul campo, con il “vissero felici e contenti” dopo l’overtime …