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Roviniamo la media..

  1. Scrivendo adesso, dopo un periodo in cui la temperatura era l'argomento dominante, anche perché era difficile mettere insieme due idee se non avevi un condizionatore più che efficiente, si può scrivere d'altro più serenamente, una volta scesi sotto i trenta centigradi. Il basket è uno dei miei pallini, oltre che essere stata (fino all'anno scorso) la parte principale del mio lavoro di regista televisivo. Questa stagione , escludendo l'Nba, la kermesse preeuropei a Cagliari e in studio gli europei stessi a settembre, salvo miracoli dell'ultima ora , il basket migrerà su altri lidi. I migliori auguri al movimento, da appassionato oltre che da addetto ai lavori e altrettanto ai colleghi che se ne occuperanno. Farò lo spettatore e, già che ci sono, una volta scoperti quali saranno i miei impegni lavorativi se ne avrò il tempo, un bel abbonamento o per il Campionato o per l'Eurolega, per fare anche il tifoso... Certo che non è facile: è come quando smetti le tue routines abituali e torni a fare cose che non facevi da tantissimo tempo, scoprendole cambiate. Quando smetti di andare in vacanza in un posto che ami tanto per tornare in un luogo che dopo molti anni è cambiato e fatichi a riambientarti. Ma la vita continua e per fortuna, finché ci preoccupiamo di queste cose, vuole dire che quelle più importanti non capitano e questo, citando Guareschi, è utile e istruttivo . A proposito: in questi giorni cade l'anniversario della scomparsa del Giovannino nazionale, ancora adesso uno degli scrittori ( o addirittura lo scrittore) più tradotto al mondo. Con la sua scomparsa precoce, si è risparmiato generazioni e generazioni di nefandezze politiche e non, ma noi purtoppo abbiamo perso la sua saggezza ,il suo senso dell'ironia e la capacità di essere leggeri anche quando tutto quello che c'è intorno ci appesantisce...

 

crederweb, obbedirweb, combatterweb...

Il rimbalzo potevamo aspettarcelo, dopo anni liberatorii dati dalla sensazione di poter far tutto data dal web e dai social. Prima erano informazioni sparse, poi i siti, poi i blog, i videoblog, lo streaming, le dirette su tutti i social... E poi, subdoli, quelli che prima venivano chiamati Troll, i  disordinatori, si sono organizzati e continuativamente insinuati. Prima con provocazioni nelle varie pagine e poi con pagine sistematicamente false o che ti creano e solidificano il dubbio. Così, quella che prima era una fonte liberatoria di verità, il web, diventa un sistematico uso dello stravolgimento del reale. Il forse elevato a sistema, la piccola inesattezza inserita apposta, l'incasinamento della notizia. Tutto per qualche merdosissimo clic in più e per il gusto di creare confusione. Io sono tanti anni che mantengo questo sito, volutamente non aprendolo commercialmente per non rovinarne il contenuto. Qualche soldino in più speso e qualche guadagno in meno in tasca... finchè posso farlo. A questo punto diventa necessario creare delle regole, obbligare a seguirle, con la eventuale cancellazione in caso contrario. Bisogna ridare il valore che merita alla rete.

strange days

Giorni dove si alternano soddisfazione e dubbi, idee chiare e nebbiosità, intuizioni e routine. Sopratutto, giorni in cui il tempo libero viene sprecato con giochi dai quali non si riesce a uscire e smettere, perdendolo per strada e non concentrandosi su cose più costruttive. Non che il gioco non abbia la sua utilità: allena la mente, ti abitua a lavorare e pensare velocemente e questo applicato poi su altre cose ha il suo perchè. basta non rimanere solo o troppo sul gioco, sennò rimane fine a se stesso e si crea un loop dal quale diventa difficile uscire. 

Bipolare o Biargomentare?

 Tengo buono solo il titolo che risale a dieci giorni fa, perchè il contenuto del blog rimane lo stesso: due temi e due umori differenti nel affrontarli. Il lavoro, la vita, le cose che succedono e la squadra del cuore che sempre pià spesso il cuore te lo frantuma. La vita che si alterna in serenità familiare (per fortuna), anche se la nuova generazione si arrangia nonostante il 110 e lode della sua laurea con lavoretti che nulla hanno a che fare con studi e capacità, e incazzature lavorative, dove il modernismo e giovanilismo imperante fanno più danni della grandine e di Renzi, vendendo per novità vecchie idee rimpannucciate, il tutto avvallato da vecchi dirigenti troppo spaventati dal sembrare poco "trendy"e quindi sostituibili...  Si avvicina Natale, il mio sessantesimo, moltissimi felici, parecchi malinconici, pochi molto tristi e quasi tutti con lo spirito giusto, quello che riunifica sia le persone che i loro ricordi. Da quelli vissuti tutti insieme nell'Atelier, con nonni, zii, cugini, oltre a mamma e papà e fratellone. Le tavolate chilometriche nel salone dove normalmente sfilavano le mannequin annunciate al microfono dalla voce da doppiatore di mio padre; salone che brillava per le decorazioni illuminate dai lampadari a gocce in cristallo e dalle luci dell'albero di natale messo vicino al grande camino. Tutti i pacchetti e pacchettini che campeggiavano a mucchi e mucchietti per ciascuno della famiglia. Poi il Natale del '61 dove noi nipoti aprimmo i regali del nonno, che se n'era andato serenamente nel sonno la notte prima. Io avevo solo cinque anni e la comprensione della cosa non mi era molto chiara, mentre mio fratello e i miei cugini Maurizio e Luca la vissero malissimo. Gli anni successivi, fino alla chiusura dell'Atelier avvenuta nel '73, la tradizione continuò, magari in modo meno fastoso, ma continuò. Poi ci furono, come già scritto, a volte feste felici, a volte meno, ma sempre vissute nel calore della famiglia... Di sicuro una ventata di calore in più dal Natale del '90, quando mi venne recapitato un regalo in anticipo di cinque mesi sul Natale di quell'anno: mia figlia Martina... E da allora tanti motivi in più per rinverdire le tradizioni. Dal punto di vista dell'Olimpiatifoso, non dovrei lamentarmi più di tanto. Milano stravince in campionato e galleggia in Europa. Però non mi convince, questo è il problema. Se devo essere completamente sincero preferivo le vittorie di quando eravamo meno ricchi, quando si vinceva di carattere e di voglia e non perchè tutte le grandi avversarie sono calate clamorosamente di qualità o addirittura retrocesse se non scomparse... Avere una squadra che attacca magnificamente, ma che non gioca di squadra, e difende quando si ricorda, cioè poco spesso, non mi diverte. Sarà che sono cresciuto vedendo le sportellate di Art Kenney con Dino Meneghin, ho proseguito con la banda bassotti del primo Dan Peterson, per poi vedere i gomiti di Gallinari (Vittorio) mulinare in aria e non e la cattiveria (agonistica) di D'Antoni, Meneghin, Premier, McAdoo e l'allora bambino prodigio Ricky Pittis...Quindi vedere una Milano che riempie come non ha mai fatto i palasport ma che non riesce a colmare i cuori di vecchi tifosi, mi lascia perplesso. Certo, il detto: Piùtost che gnent l'è mej piùtost, regge comunque, però riempie il bicchiere a metà. L'altra metà latita...

vediamo se un settimanale mi riesce...

Facciamo un mix dei due temi del blog, quello personale e quello dell'Olimpia.  Dopo un mese di medicine per la gotta i valori non si sono spostati di un ghello (lombardismo...). Il medico comincia ad avere dubbi sulla validità del laboratorio e anch'io. Ho mangiato come un frate trappista: zero carne rossa, quasi zero affettati, niente birra niente, poco formaggio, la metà delle bevande gasate che bevevo prima, pasta senza sughi elaborati, tante verdure e frutta, tanta acqua... e allora? Altro giro di un mese dei pastiglioni e prossime analisi da un'altra parte. Poi vediamo... Intanto Milano, la mia, quella del basket, bene in Campionato, e ci mancherebbe altro, e in linea di galleggiamento in Euroleague. Giusto per scrivere qualcosa sui giornali del settore, si torna a sfrugugliare in casa Gentile, figlio e padre. Lasciare in pace è un'espressione sconosciuta a chi scrive abituamente della moglie di Totti e della trombata di De Boer e che deve riempire righe un tanto al chilo... Piuttosto mettete foto più grandi, così i tifosi sono doppiamente contenti: foto grande e meno menate...

15 più una vacanza...

Dopo vacanze imposte dall'azienda e vanificate dalla gotta, si parte per l'unica vera vacanza vacanziera... Last minute a Mykonos, scelta data sia dalla scarsa frequentabilità del mio vecchio ( e ora mal frequentato) Egitto e dal fatto che è una delle isole greche dove non siamo mai stati. Risultato? A parte la tendenza a spennare il turista, posto meraviglioso, a misura d'uomo, con spiagge (quelle non attrezzate) spettacolari e molto pulita. Strade non bellissime che ti portano in posti invece spesso spettacolari, persone gentili e disponibili e acque trasparentissime. Insomma: una ottima settimana, aiutata da una combinazione fortunata. Il villaggio piccolo e non tutto esaurito, con un gruppo di altri turisti coi quali si è instaurato un ottimo amalgama, e, miracolo, senza nessun rompipalle fuori dal coro. Inoltre una animazione bravissima e non invadente, ragazzi simpatici e attenti alle esigenze degli ospiti. Il tipo di vacanza che quando finisce ti da sempre il rimpianto di non aver un'altra settimana da aggiungere perchè ti sembra di lasciare qualcosa a metà. Non vi dico il posto perchè è inutile: ogni combinazione è differente: magari la settimana prossima c'è un gruppo di turisti scassamaroni ai quali non va bene nulla, oppure il tempo cambia e non ti godi l'isola eccetera eccetera... Poi fra due settimane il villaggio finisce la stagione per riprendere l'anno prossimo, con animazione differente, turisti differenti e situazioni di volta in volta diverse quindi...

Nel frattempo....

Gottando gottando, in parte assistendo alle Olimpiadi (unica cosa possibile col piedone a zampogna) ed in parte vivendo il dramma del terremoto in centro Italia, sono passati altri quindici giorni. Intanto, per non farmi mancare nulla, è arrivata l'allergia da ambrosia ... Bello eh? Tutti i programmi pensati per i giorni casalinghi di ferie, tutti a rampazzo. Niente passeggiatone al Parco con Mou, a malapena il giro dell'isolato. Niente blitz in varie localitá vicine, a parte un giretto al lago. Niente di niente: tv, pisolini ( aiutati anche dagli antistaminici), occhi spesso su tablet, computer e smartphone, giusto per peggiorare la lacrimazione degli occhi e, per concludere: no carne, no affettati, poca caffeina, no formaggi stagionati. Per citare Gene Wilder e Marty Feldman : "... Cosa potrebbe succedere ancora? Potrebbe piovere...."

I Gotta....

Non è inglese, è italiano. Ho la gotta... O iperuricemia... Sono documentatissimo: i miei sessanta in cui ho accumulato purina (che non è pappa per cani e gatti bensì una proteina importantissima che l'organismo metabolizza se ce la fa e se non è troppa) hanno generato questa dolorosissima patologia. Carne rossa, affettati, bevande gassate, molluschi e simili ne producono a iosa ed io cosa ho mangiato in dosi industriali? Quèlo! Non la auguro a nessuno: avere la sensazione di camminare con degli scarponi da sci troppo stretti e senza calze e dormire con i piedi fuori dalle coperte perchè anche il contatto di un lenzuolo leggerissimo fa vedere le stelle. Poi cammini storto e ci va di mezzo l'altro piede e via zoppicando... Rispolverare il vecchio bastone di mio papà, obbligato ad usarlo dopo che un'idiota al volante gli distrusse una gamba sul rettilineo che porta a Bormio e dopo enne interventi per consentirgli di camminare (...) di nuovo, per un figlio iperuricemico.... 

silenzio

... notte d'Agosto. Moglie e figlia in vacanza. Eseguita routine prima di andare a letto: controllato porte e finestre varie, crocchette per il gatto, acqua fresca per il cane, i cuscini a posto sul divano, aiutato suocera incombenze varie. Vado a letto: il silenzio più rumoroso che abbia mai sentito. Un colpo di tosse che viene chissà da dove, ragazzini che chiacchierano e fanno casino e tu che stai per avvisare l'esercito, l'aviazione, la guardia forestale e chissà chi altro e poi scopri che sono lontanissimi ed è la brezza maligna che porta voci e rumori vicino. Cani lontanissimi che abbaiano qui vicino e bikers con Harley che sembrano parcheggiati sul terrazzo di casa. Era tanto tempo che non venivo circondato dai rumori della mia famiglia e la differenza è rumorosissima e nemmeno Mou nella sua cuccia che russa beatamente riesce a tamponare i rumori lontano/vicini...

Speriamo per le nuove generazioni...

... Perché la mia ha macinato problemi ma ha anche avuto tante fortune. Intanto i nostri genitori sono sopravvissuti ad una guerra: e per sopravvissuti intendo usciti con la voglia di vivere, e ce l'hanno trasmessa. Abbiamo imparato a vedere e vivere tutto come delle novità, come delle sorprese. Ogni cosa è stata ed è tutt'ora una sorpresa, e la cosa positiva è che facevamo a tempo a digerirla, assimilarla e metabolizzarla. Ora le nuove generazioni non riescono più a stare dietro alle novità e non se le gustano più, è tutto scontato. Un affamato di informazioni com'ero io, che passava ore sui libri e sui dizionari e sulle enciclopedie, avesse avuto accesso ad Internet, non so come sarebbe andata a finire. La musica ce la gustavamo: io passavo ore di notte con la radio ad onde medie sintonizzata su Radio Luxembourg, che trasmetteva alcune ore in inglese le novità che (forse, Rai permettendo) sarebbero state trasmesse chissà quando. Poi di giorno su Radio Montecarlo (quella originale, con Awana Gana, Luisella, Jocelyn, Herbert Pagani). I pomeriggi passati a pattinare sulla pista in cemento vicino al Planetario, nei Giardini Pubblici (ora Indro Montanelli) di Milano, con merenda al Bar Bianco dove il massimo della libidine erano bicchieroni di latte a volte serviti nei primi tetrapak a forma di piramide con cannuccione annesso. Poi le prime bici pieghevoli Graziella, camminare per tutta Milano e prendere Autobus che si chiamavano con le lettere : la O era l'attuale 61. Se volete fare un esercizio per capire come si chiamavano gli altri fate i conti... I tram no, quelli erano giá allora chiamati con i numeri e c'era sempre vicino all'ingresso un banchetto con il bigliettaio che vendeva i biglietti, mentre dall'altro lato c'era l'obliteratrice che timbrava e "mangiava" un pezzo di biglietto. Ad un certo punto, nel '64 venne inaugurata la prima metropolitana: ricordo che io insieme a mia nonna andammo avanti e indietro per tutto un pomeriggio in uno dei giorni successivi all'inaugurazione. Parentesi, letto adesso su Wikipedia che il primo progetto a Milano venne proposto nel 1908, interrotto per la prima guerra mondiale ed idem il secondo nel periodo fascista che venne accantonato per il secondo conflitto. Entrambi prevedevano linee che si incrociavano in Piazza Duomo e venivano unite da un'altra linea circolare. Uguali a quelle odierne, vero? (...) Le feste con gli amici ed i compagni di scuola, compagnie composte da decine e decine di persone, le prime storie più o meno importanti e il gioco della bottiglia. Quello che portava i dischi e quelli che mettevano la casa, cercando di evitare genitori e nonni curiosi. La ragazzina che puntavi da sempre e che puntualmente " ti considerava come il suo migliore amico..." ( 1a memoria)