un quindicinale...

...non c'è nulla da fare: o per un motivo o per un altro non riesco ad abbreviare i tempi tra una pagina e l'altra. Potrei avanzare scuse di gotta, lavoro con tempi e orari infami, oppure la somma di tutte queste cose che provocano stress e irritabilità. Male di qui, umore storto di la, mi sembra di rincoglionire prima del tempo, ammesso che esista un tempo per farlo... La mia squadra del cuore sta andando benissimo, il lavoro in sè non va male anche se ci sono stati momenti migliori, in casa ci sono i rimorchi delle conseguenze esterne, ma penso sia normale, e allora perchè tutto ciò? Bisogna essere in grado di archiviare le negatività e amplificare quello che c'è di buono. Quindi è il caso di armarsi di buona volontà e farlo!

Ricominciamo

... anzi, già ricominciato: il lavoro, il campionato, fra poco l'Eurolega, la gotta (che poco alla volta sta migliorand0) e via proseguendo. Belle giornate, in compagnia della famiglia al completo. Così così, quando gli acciacchi non ti consentono di fare le cose che fai normalmente.Bruttine, quando le cose non girano partendo dalla mattina e si trascinano per tutto il resto del giorno. Chissà perchè mi viene in mente l'otto ottobre... Ma dopo c'è il nove e tutto si riequilibra...

15 più una vacanza...

Dopo vacanze imposte dall'azienda e vanificate dalla gotta, si parte per l'unica vera vacanza vacanziera... Last minute a Mykonos, scelta data sia dalla scarsa frequentabilità del mio vecchio ( e ora mal frequentato) Egitto e dal fatto che è una delle isole greche dove non siamo mai stati. Risultato? A parte la tendenza a spennare il turista, posto meraviglioso, a misura d'uomo, con spiagge (quelle non attrezzate) spettacolari e molto pulita. Strade non bellissime che ti portano in posti invece spesso spettacolari, persone gentili e disponibili e acque trasparentissime. Insomma: una ottima settimana, aiutata da una combinazione fortunata. Il villaggio piccolo e non tutto esaurito, con un gruppo di altri turisti coi quali si è instaurato un ottimo amalgama, e, miracolo, senza nessun rompipalle fuori dal coro. Inoltre una animazione bravissima e non invadente, ragazzi simpatici e attenti alle esigenze degli ospiti. Il tipo di vacanza che quando finisce ti da sempre il rimpianto di non aver un'altra settimana da aggiungere perchè ti sembra di lasciare qualcosa a metà. Non vi dico il posto perchè è inutile: ogni combinazione è differente: magari la settimana prossima c'è un gruppo di turisti scassamaroni ai quali non va bene nulla, oppure il tempo cambia e non ti godi l'isola eccetera eccetera... Poi fra due settimane il villaggio finisce la stagione per riprendere l'anno prossimo, con animazione differente, turisti differenti e situazioni di volta in volta diverse quindi...

Nel frattempo....

Gottando gottando, in parte assistendo alle Olimpiadi (unica cosa possibile col piedone a zampogna) ed in parte vivendo il dramma del terremoto in centro Italia, sono passati altri quindici giorni. Intanto, per non farmi mancare nulla, è arrivata l'allergia da ambrosia ... Bello eh? Tutti i programmi pensati per i giorni casalinghi di ferie, tutti a rampazzo. Niente passeggiatone al Parco con Mou, a malapena il giro dell'isolato. Niente blitz in varie localitá vicine, a parte un giretto al lago. Niente di niente: tv, pisolini ( aiutati anche dagli antistaminici), occhi spesso su tablet, computer e smartphone, giusto per peggiorare la lacrimazione degli occhi e, per concludere: no carne, no affettati, poca caffeina, no formaggi stagionati. Per citare Gene Wilder e Marty Feldman : "... Cosa potrebbe succedere ancora? Potrebbe piovere...."

I Gotta....

Non è inglese, è italiano. Ho la gotta... O iperuricemia... Sono documentatissimo: i miei sessanta in cui ho accumulato purina (che non è pappa per cani e gatti bensì una proteina importantissima che l'organismo metabolizza se ce la fa e se non è troppa) hanno generato questa dolorosissima patologia. Carne rossa, affettati, bevande gassate, molluschi e simili ne producono a iosa ed io cosa ho mangiato in dosi industriali? Quèlo! Non la auguro a nessuno: avere la sensazione di camminare con degli scarponi da sci troppo stretti e senza calze e dormire con i piedi fuori dalle coperte perchè anche il contatto di un lenzuolo leggerissimo fa vedere le stelle. Poi cammini storto e ci va di mezzo l'altro piede e via zoppicando... Rispolverare il vecchio bastone di mio papà, obbligato ad usarlo dopo che un'idiota al volante gli distrusse una gamba sul rettilineo che porta a Bormio e dopo enne interventi per consentirgli di camminare (...) di nuovo, per un figlio iperuricemico.... 

silenzio

... notte d'Agosto. Moglie e figlia in vacanza. Eseguita routine prima di andare a letto: controllato porte e finestre varie, crocchette per il gatto, acqua fresca per il cane, i cuscini a posto sul divano, aiutato suocera incombenze varie. Vado a letto: il silenzio più rumoroso che abbia mai sentito. Un colpo di tosse che viene chissà da dove, ragazzini che chiacchierano e fanno casino e tu che stai per avvisare l'esercito, l'aviazione, la guardia forestale e chissà chi altro e poi scopri che sono lontanissimi ed è la brezza maligna che porta voci e rumori vicino. Cani lontanissimi che abbaiano qui vicino e bikers con Harley che sembrano parcheggiati sul terrazzo di casa. Era tanto tempo che non venivo circondato dai rumori della mia famiglia e la differenza è rumorosissima e nemmeno Mou nella sua cuccia che russa beatamente riesce a tamponare i rumori lontano/vicini...

Piede fatto con i piedi

Bello essere un camminatore inveterato e non riuscire più a camminare come prima: "iperuricemia", quasi gotta, insomma. Quando secoli fa vedevo mio zio con un piedone gonfio e dolente, non ci facevo tanto caso. Ora, legge del contrappasso, sono io a patirne, rendendo quanto meno difficoltosa una delle mie attività preferite: passeggiare con il mio cagnolone Mou... per non parlare di tutte le attività che comportano spostamenti, casalinghi e non... 

Ricominciamo a rallentare...

Siamo tornati al mensile altro che Blog quotidiano... E' vero che c'è stato di mezzo un mese discretamente intenso, tra Playoff di basket da produrre in coabitazione con la Rai oltre all'organizzazione e poi produzione del Torneo  Preolimpico a Torino, in sovrapposizione con gli Europei di calcio in Francia oltre a tutte le cose di ordinaria amministrazione che il lavoro e la vita quotidiana ti impongono... però potevo fare di meglio. E' stato un mese di ritorno alle origini, quando dovevamo lavorare insieme ad altre organizzazioni con altre metodologie di lavoro ( quando c'erano), oppure inventarsene/adeguare le esistenti... L'integrazione sul Symulcast Rai è stata un vero flashback, che mi ha riportato all'83, anno in cui ho cominciato a lavorare con loro. Fortunatamente, nel variegato universo di persone che lavorano nell'ente di Stato, abbiamo lavorato con bravi professionisti e non personaggi da occupazione sedia... Il Preolimpico è stato più articolato, ma anche in quel caso è stato un ritorno al passato, quando, prima che nascesse l'Eurolega, tutte le manifestazioni legate al basket internazionale erano sotto l'egida della Fiba e, anche per grattarsi il naso, bisognava chiedere il permesso. Avendo curato il segnale internazionale, cioè la partita vera e propria (mentre Cettina il segnale Sky, con integrazioni varie), mi sono trovato a lavorare come si faceva anni fa (ma tanti), cioè con le telecamere dietro le panchine, una vera complicazione inutile, visto che ti costringe ad usarne un altra in posizione opposta per capire quello che succede durante il gioco. A parte questo e la sconfitta contro la Croazia, è stato emozionante, come sempre quando c'è la Nazionale ed un muro di 12-15.000 tifosi azzurri... Nel frattempo un'altro gruppo di lavoro era in terra francese a seguire gli Europei di Calcio, con belle immagini sia dallo studio, piazzato su di un bateau  ancorato sulla Senna, che dalle varie località dove si giocavano le partite. Stessa fine della Nazionale di basket, magari meno inaspettata, però anche lì con un riscontro sia d'ascolto che di gradimento più che egregio...

Speriamo per le nuove generazioni...

... Perché la mia ha macinato problemi ma ha anche avuto tante fortune. Intanto i nostri genitori sono sopravvissuti ad una guerra: e per sopravvissuti intendo usciti con la voglia di vivere, e ce l'hanno trasmessa. Abbiamo imparato a vedere e vivere tutto come delle novità, come delle sorprese. Ogni cosa è stata ed è tutt'ora una sorpresa, e la cosa positiva è che facevamo a tempo a digerirla, assimilarla e metabolizzarla. Ora le nuove generazioni non riescono più a stare dietro alle novità e non se le gustano più, è tutto scontato. Un affamato di informazioni com'ero io, che passava ore sui libri e sui dizionari e sulle enciclopedie, avesse avuto accesso ad Internet, non so come sarebbe andata a finire. La musica ce la gustavamo: io passavo ore di notte con la radio ad onde medie sintonizzata su Radio Luxembourg, che trasmetteva alcune ore in inglese le novità che (forse, Rai permettendo) sarebbero state trasmesse chissà quando. Poi di giorno su Radio Montecarlo (quella originale, con Awana Gana, Luisella, Jocelyn, Herbert Pagani). I pomeriggi passati a pattinare sulla pista in cemento vicino al Planetario, nei Giardini Pubblici (ora Indro Montanelli) di Milano, con merenda al Bar Bianco dove il massimo della libidine erano bicchieroni di latte a volte serviti nei primi tetrapak a forma di piramide con cannuccione annesso. Poi le prime bici pieghevoli Graziella, camminare per tutta Milano e prendere Autobus che si chiamavano con le lettere : la O era l'attuale 61. Se volete fare un esercizio per capire come si chiamavano gli altri fate i conti... I tram no, quelli erano giá allora chiamati con i numeri e c'era sempre vicino all'ingresso un banchetto con il bigliettaio che vendeva i biglietti, mentre dall'altro lato c'era l'obliteratrice che timbrava e "mangiava" un pezzo di biglietto. Ad un certo punto, nel '64 venne inaugurata la prima metropolitana: ricordo che io insieme a mia nonna andammo avanti e indietro per tutto un pomeriggio in uno dei giorni successivi all'inaugurazione. Parentesi, letto adesso su Wikipedia che il primo progetto a Milano venne proposto nel 1908, interrotto per la prima guerra mondiale ed idem il secondo nel periodo fascista che venne accantonato per il secondo conflitto. Entrambi prevedevano linee che si incrociavano in Piazza Duomo e venivano unite da un'altra linea circolare. Uguali a quelle odierne, vero? (...) Le feste con gli amici ed i compagni di scuola, compagnie composte da decine e decine di persone, le prime storie più o meno importanti e il gioco della bottiglia. Quello che portava i dischi e quelli che mettevano la casa, cercando di evitare genitori e nonni curiosi. La ragazzina che puntavi da sempre e che puntualmente " ti considerava come il suo migliore amico..." ( 1a memoria)

Never ending basket…

A bocce ferme: ….mentre l’attenzione del grande pubblico (televisivo) è focalizzato sul calcio, sugli Europei  e ovviamente sulla Nazionale, noi del basket, un po’ per tigna e un po’ per superficialità, perdiamo l’ennesima occasione di aumentare l’esposizione con una serie finale infinita e sfinente. Infinita come lo può essere una serie sia di semifinali che di finali al meglio delle sette partite, sfinente perché le squadre italiane, anche le più facoltose, non hanno roster che possano reggere l’impatto di sette partite un giorno sì e l’altro no. O dai una spaziatura maggiore (ogni due giorni, per esempio) o torni alla formula al meglio delle cinque, magari mantenendo le sette solo sulla finale. Poi viene stilato dalla Lega un calendario che va a schiantarsi sulle partite di calcio della nazionale e che, anche se Varese in Coppa non avesse provocato lo spostamento di date, avrebbe creato sovrapposizione sulla possibile gara 7 di finale. Milano chiude contro una Reggio ormai non più “underdog” ma certezza ad altissimo livello, una Milano da 3 sold out nella serie finale, così come Reggio Emilia, che come unico vero problema ha un Palazzetto ormai non più sufficiente nemmeno per il suo pubblico. Perché per la televisione ed i media in generale non lo è da tempo: finestroni semicoperti da tende raffazzonate, luci insufficienti e obsolete che illuminano poco e male il parquet, postazioni per telecamere e fotografi inventate sopra i banchetti della tribunetta stampa, dove, oltre ad essere decentrate rispetto al centro del campo (e quindi generando un immagine “storta”, anche se apparentemente) sono impallate da qualsiasi spettatore che si alza in piedi. Strutture che per i primi anni ’70 potevano essere valide perché il pubblico era solo quello che pagava il biglietto, quasi cinquanta anni dopo no. In realtà anche prima, ma allora la Pallacanestro Reggiana non aveva una squadra di prima fascia come ora, e la città merita un impianto adeguato alla sua squadra. Leggo su diverse testate che la Caire (Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia) ha vinto l’appalto per la riqualificazione, ristrutturazione e ampliamento del PalaBigi: la notizia è buona. Speriamo lo sia anche il progetto, che non pensi soltanto ai nuovi 1100 posti e strutture annesse, ma anche a chi ci deve lavorare e giocare. Un suggerimento propostomi da un mio cameramen : se le travi portanti ora al centro del campo sono inamovibili, sarebbe sufficiente, in fase di posa del parquet  a lavori terminati, farlo spostando quest’ultimo di un metro e mezzo a dx o a sx . Questo consentirebbe finalmente di togliere l’effetto visivo di “palazzo storto” che il PalaBigi porta con se. Poi se qualcuno si informasse anche degli altri eventi sportivi e non per evitare clamorosi autogol come in questi Playoff , come per esempio fa l’Eurolega che ha spostato le sue partite al giovedì e al venerdì  per  non sovrapporle alla Champions calcistica, non sarebbe meglio?

Giancarlo Fercioni